Storia e pratiche dell'Ayurveda, raccontate da Kapil Khatri

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L’uomo nasce dalla natura, e noi lo trattiamo con prodotti naturali incontaminati frutto di una ricerca lunga 4.000 anni

Direos, in anticipo sui tempi, si rifornisce di prodotti Ayurvedici ormai da vari anni presso un Laboratorio Nepalese riconosciuto dal Ministero della Salute locale.

La materia prima viene accuratamente controllata sia in Nepal che in Italia, e viene poi confezionata per fornire ai nostri clienti prodotti sicuri ed efficaci che abbiamo racchiuso nella linea Himalayan Energy. Negli anni abbiamo intessuto rapporti di stima e di amicizia con il Direttore del Laboratorio, Kapil Khatri, che abbiamo deciso di intervistare durante la sua ultima visita in Italia.

Di seguito riportiamo quindi il contenuto integrale dell’intervista. Dal momento che Kapil fa riferimento a tradizioni e pratiche mediche Nepalesi, abbiamo segnalato con un asterisco (*) i passaggi che più si discostano dal nostro sistema sanitario, per non indurre il lettore a considerare come prescrizioni mediche quelle che in Italia sono da interpretare come note culturali riferite a una tradizione medica che in alcuni aspetti si discosta anche molto da quella italiana.

Il Suo è un lavoro complesso.
Per me è una missione.

Si tratta di una tradizione antichissima che va diffusa anche al di fuori dal Nepal. Noi prepariamo questi prodotti Ayurvedici esattamente come veniva fatto 4.000 anni fa, quando sono stati inventati.

Dhanvantari, il dio dell’Ayurveda

4.000 anni fa?
Sì, forse anche di più.

Non è facile stabilire una data precisa, ma l’Ayurveda affonda le proprie radici nelle culture più antiche dell’Asia.

È improprio parlare di “Medicina” Ayurvedica, perché l’Ayurveda è un concetto che trascende quello che per voi occidentali è la Medicina: è vero che comprende una serie di pratiche volte al benessere della persona e al mantenimento del suo stato di salute, ma include anche quella che voi chiamereste una filosofia, un modo di vivere e in generale ogni possibile sfaccettatura culturale di questi popoli.

E in tutti questi millenni non c’è stato nessun cambiamento?
Certo che ce ne sono stati!

È una pratica salutistica nata dall’esperienza dei Vaidya, e molti di loro nel corso degli anni hanno formulato nuove preparazioni per migliorarne l’efficacia.

Anche noi abbiamo avuto e abbiamo tuttora quella che voi chiamereste “ricerca scientifica”: rispettare le tradizioni non vuol dire che queste debbano diventare in fardello insensato, nel momento in cui si scopre un modo nuovo e migliore per ottenere il risultato sperato.

Ciò non toglie che molte formulazioni siano rimaste sostanzialmente invariate da millenni, vista la loro indubbia efficacia e la loro azione complessiva sull’organismo.

L’uomo nasce dalla natura, e noi lo trattiamo con prodotti naturali incontaminati frutto di una ricerca lunga 4.000 anni.

 

 

 

 

*Nota legale: le pratiche contrassegnate dall’asterisco vanno riferite al sistema sanitario e legale del Nepal, e non sono riconducibili a quello italiano. In generale, il contenuto di questa intervista è da considerarsi una nota culturale sui fondamenti storici dell’Ayurveda e non va inteso in alcun modo come un invito ad adottare le pratiche salutistiche descritte.